Giovanni
Piazza, Filastrocche al pianoforte, su poesie di Gianni Rodari, disegni di Alberto Garzotto, Suvini
Zerboni, Milano 1998, pagg. 27
Undici composizioni pianistiche di bassa e media difficoltà
ispirate ad altrettante poesie di Rodari tratte dalle Filastrocche
in cielo e in terra. Questi i titoli (tra parentesi quelli originali
rodariani): Mal di pancia cromatico (La minsetra), Rêverie acquatica
(I mari della luna), Gavottina delle stelle (Stelle senza nome), Gatto
blues (C'era una volta), Pedalata minimalista (L'arrotino), Sogno
di menestrello (Il calamaio), Un punto ridicolo (Il dittatore), Luna
esatonale (La luna al guinzaglio), Barcarola dei tre livornesi (Quanti
pesci ci sono nel mare?), Tarantella di mamma e papà (La scuola
dei grandi), Lift a Broadway (L'ascensore). Ogni testo funge qui da
riferimento polivalente per la musica che ne scaturisce: da esso nasce
una melodia che non dev'essere necessariamenta cantata, magari solo
accennata: oppure esso va assunto come riferimento ritmico-prosodico
per una più espressiva esecuzione; o, infine, esso va solo
pensato, immaginato: come un insieme di parole segrete senza le quali
la musica corrispondente non sarebbe a nata e delle quali essa è
una trasfigurazione. |